Tutto pronto per l ‘Ape. Infermieri turnisti in pensione a 63 anni
L’ Ape, contenuto nella Legge di Bilancio per il 2017 (art 1 co.166 e ss della Legge 23272016), è l’acronimo di Anticipo Pensionistico, progetto sperimentale che consentirà dal 1°Maggio 2017 al 31 Dicembre 2018, per chi ha raggiunto i 63 anni di età e si trova a non più di tre anni e sette mesi dal pensionamento, di anticipare la pensione.
L’operazione coinvolgerà sia i dipendenti del pubblico impiego, i dipendenti privati, i lavoratori autonomi assicurati presso le gestioni speciali (artigiani, commerciati e coltivatori diretti) o presso la gestione separata; esclusi gli assicurati presso le casse professionali.
Com’è strutturato il Progetto Ape?
Ape volontaria: sarà possibile per i lavoratori dipendenti e per i lavoratori autonomi a gestione separata, accedere alla pensione anticipata a 63 anni, avendo maturato 20 anni di contributi. Questa Ape, prevede un vero e proprio prestito bancario: l’anticipo pensionistico verrà restituito in rate in 20 anni, con una trattenuta direttamente dall’assegno pensionistico. Il Governo ha confermato il calcolo sulla rata del prestito pari al 4,5- 4,7% per ogni anno di anticipo, su una media di importo dell’85% della pensione e solo per 12 mesi (la rata si paga su 13 mensilità e per 20 anni).
Secondo un calcolo effettuato a fronte di un anticipo complessivo per tre anni di 39.000 euro, se non dovrebbero restituire 54.000 in 20 anni (208euro netti di rata al mese su una pensione di 1.286 euro).
L’importo massimo ottenibile, con l’Ape volontaria, sarà definita con i decreti attuativi, ancora non pervenuti, ma si attesterà tra l’85%-95% della pensione.
Ape social: permette a determinate categorie di lavoratori, di andare in pensione a 63 anni, senza dover ricorrere a prestiti bancari, l’intero costo sarà a carico dello Stato e l’assegno pensionistico non potrà superare i 1.500 euro.
Possono usufruire dell’Ape social:
- Disoccupati che non percepiscono l’assegno di disoccupazione da almeno tre mesi.
- Lavoratori che assistono da almeno sei mesi un parente convivente con handicap grave da almeno 6 mesi.
- Gli invalidi civili con invalidità uguale o superiore al 74%.
- I lavoratori dipendenti che svolgono mansione gravose in cui sono stati impegnati per almeno 6 anni consecutivi prima dell’invio della domanda. Per questi ultimi, tra cui gli infermieri che lavorano su turni, sono richiesti 36 anni di contributi, mentre per le altre categorie 30 anni.
Ape aziendale: permetterà al dipendente di far gravare sull’azienda gran parte del costo dell’Ape. Questa potrà essere utilizzata solo nel caso di esubero del lavoratore a seguito di crisi o ristrutturazione aziendale.
Opzione Donna: è prevista per le lavoratrici, e permette di andare in pensione a 57anni e tre mesi per le dipendenti e a 58 anni e 3 mesi per lavoratrici autonome, entrambe con un minimo di 35 anni di contributi. L’assegno sarà però penalizzante, perché ricalcolato su un sistema contributivo.
Lavoratori precoci: è prevista per tutti i lavoratori con 12 mesi di contributi, anche non continuativi, legati al lavoro effettivo, svolto prima del compimento del 19esimo anno di età. L’opzione mira ad eliminare le penalizzazioni della Legge Fornero, in caso di pensionamento prima dei 62 anni di età.
Rita: E’ la rendita integrativa temporanea anticipata e si concede al lavoratore che ha maturato un montante in un fondo integrativo ma che vi deve attingere prima dell’età di pensionamento per poter usufruire di una rendita temporanea, per il periodo che manca alla maturazione del diritto alla pensione. Tale opportunità sarà agevolata fiscalmente con una tassazione inferiore a quella attualmente prevista per gli anticipi e pari a quella prevista sulla pensione complementare erogata a rendita. La Rita è destinata a lavoratori che hanno aderito alla previdenza complementare, con almeno 20 anni di contributi e 63 anni di età.
Ad oggi, a meno di un mese dall’inizio della sperimentazione, i decreti attuativi non sono ancora pronti, mentre i sindacati chiedono criteri meno restrittivi sulla data limite per le domande di pre-pensionamento e sulla continuità dei contributi negli ultimi sei anni di lavoro, prima della richiesta dell’indennità.
Intanto il 23 marzo è previsto un nuovo appuntamento con i sindacati per sciogliere ancora i nodi aperti sull’Ape.