Tempo cambio divisa venga previsto contrattualmente
Lettere al Direttore
di Daniele Carbocci
Gentile direttore,
due sentenze, la prima a novembre 2017 e la seconda il 16 gennaio 2018, hanno riconosciuto agli infermieri dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana il tempo necessario ad indossare la divisa. Il giudice ha così condannato l’azienda a risarcire economicamente ai circa 80 ricorrenti il tempo non conteggiato per i 5 anni antecedenti l’inizio della causa.
A breve, andranno a sentenza altri gruppi di infermieri per un totale di oltre 300 infermieri sempre in AOUP e di altri 300 nella ex Azienda USL di Pisa.
Sono queste le ultime sentenze in ordine di tempo, che risolvono in tribunale quello che non si è riusciti, per l’opposizione delle aziende, a risolvere in contrattazione e dimostra quello che è stato e continuerà ad essere l’impegno di NurSind sul territorio nazionale per il riconoscimento di un diritto che nella maggior parte delle aziende sanitarie viene negato, ma che ormai in ogni tribunale viene riconosciuto.
Quella del mancato riconoscimento del tempo per indossare la divisa è uno dei tanti abusi che le aziende sanitarie fanno al personale infermieristico: obbligato ad essere in servizio presso il reparto di appartenenza all’orario istituzionalmente prefissato, è evidente che l’infermiere deve per forza timbrare prima di quell’orario per poter indossare la divisa da lavoro (spesso a marcatempo molto lontani dagli spogliatoi e dal reparto) ma questo tempo la maggior parte delle aziende non lo vogliono riconoscere. Identico meccanismo si ha al termine dell’orario istituzionale che, ovviamente deve essere tutto lavorato presso il reparto, poi però il tempo per andare a togliersi la divisa viene nuovamente ignorato.
Questa situazione paradossale i giudici dei Tribunali di tutta Italia (e anche la Suprema Corte di Cassazione, vedi sentenza n. 27799/2017) la stanno da tempo evidenziando condannando una dietro l’altra le aziende.
Il tutto peraltro con gravi danni economici per le aziende stesse obbligate a pagare migliaia di euro di spese di soccombenza, tanto che c’è da chiedersi se, visti i numerosi precedenti negativi, i dirigenti delle aziende che insistono in queste cause non debbano vedersi addossare anche la responsabilità di un danno erariale.
Detto questo, una delle proposte che NurSind ha presentato al tavolo contrattuale è proprio quella di prevedere contrattualmente il riconoscimento del tempo necessario per indossare e dismettere la divisa affinché questo stillicidio di cause possa avere termine.
E’ evidente che è l’estrema ratio quella di trovare giustizia nelle aule del tribunale, ma nel momento in cui questa richiesta non venisse accettata, NurSind vi vedrà costretto a promuovere il contenzioso in ogni azienda sanitaria.