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Nursind su CCNL comparto sanità: “Si riparte con la revisione degli istituti legati al rapporto di lavoro come ferie, congedi, permessi, aspettative, periodo di prova “

Roma 10 novembre 2017

Di Andrea Bottega

 

 Nell’incontro di oggi all’Aran si è aperto il secondo tavolo tematico riguardante “istituti del rapporto di lavoro”. In questo incontro si è solo tracciato il perimetro dei temi da discutere, riservano ad apposito tavolo la materie dell’orario di lavoro e ad un successivo tavolo la trattazione della parte economica per la quale è necessario conoscere la economie certe a disposizione.

Un passaggio interlocutorio a cui farà seguito un articolato su cui entrare nel merito. Il prossimo incontro sarà verosimilmente per il 20 novembre.

L’intenzione del tavolo è quella di preservare i diritti fin qui acquisiti nei contratti precedenti con l’implementazione nel contratto di quanto previsto dalle nuove norme. L’esigenza espressa da parte sindacale è quella di fare anche chiarezza rispetto a quei punti del contratto che hanno dato adito negli anni a diverse interpretazioni con la consapevolezza, ribadita dalla parte datoriale, che ogni estensione deve trovare copertura economica nelle risorse stanziate.

Il prossimo incontro, quindi, entrerà nel dettaglio delle modifiche del testo contrattuale esistente.

Giusto per chiarezza, desideriamo ribadire che al tavolo abbiamo espresso la nostra contrarietà all’implementazione di quanto previsto dall’art. 24 del Dlgs 151/2015 – in attuazione del Jobs Act – “cessione di ferie”:

1. Fermi restando i diritti di cui al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, i lavoratori possono cedere a titolo gratuito i riposi e le ferie da loro maturati ai lavoratori dipendenti dallo stesso datore di lavoro, al fine di consentire a questi ultimi di assistere i figli minori che per le particolari condizioni di salute necessitano di cure costanti, nella misura, alle condizioni e secondo le modalità stabilite dai contratti collettivi stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale applicabili al rapporto di lavoro.

Riteniamo che tale articolo di fatto restringa i diritti dei lavoratori e su di essi scarichi i doveri datoriali. Nella cessione (concessione) di riposi e ferie il dipendente si sostituisce al datore di lavoro e i lavoratori – parte più debole del rapporto di lavoro – divengono soggetti al ricatto morale e alla conseguente divisione interna. Anziché aumentare i diritti a chi ne ha veramente bisogno la pubblica amministrazione scarica gli oneri di garantire il rapporto di lavoro e la tutela dei bisogni di salute sugli altri lavoratori. Riteniamo che compito delle rappresentanze dei lavoratori sia quello di battersi per estendere i diritti e per la realizzazione del dettato costituzionale che prevede il diritto al lavoro e il diritto alla salute come diritti fondamentali.

Accampare giustificazioni di solidarietà tra chi vive di solo salario (bloccato da 9 anni!) mentre il datore di lavoro aumenta i guadagni e i ricavi ci fa dire che questo non è lavoro, è sfruttamento. La dignità del lavoro e delle persone non si tutela così.

Se la politica con l’attività legislativa punta al definanziamento del SSN, alla decapitalizzazione del personale, al lavoro gratis, all’aumento dei costi per chi chiede giustizia nel diritto del lavoro, alla precarietà camuffata da flessibilità, se il bocco delle retribuzioni dei pubblici dipendenti non si è tramutato in un abbattimento del debito pubblico allora ci corre l’obbligo di dissentire e richiamare il potere datoriale alla tutela del proprio capitale umano e la pubblica amministrazione all’adempimento dei doveri costituzionali a garanzia del patto sociale.

Questa riteniamo sia la strada principale da percorrere al fine di “consentire ai lavoratori di assistere i figli minori che per le particolari condizioni di salute necessitano di cure costanti.”

La generosità va chiesta prima a chi ha di più (datore di lavoro) come la flessibilità nell’andare incontro alle esigenze del lavoratore mentre la solidarietà tra i lavoratori è libera di darsi anche fuori dai contratti e non necessità di patti scritti con la parte datoriale che, anzi, dimostra quotidianamente di fare i propri interessi anche violando le norme di legge sui riposi, sull’orario di lavoro, sul pagamento degli straordinari e sull’accumulo di ferie arretrate.

 

scaletta disposizioni istituti del rapporto di lavoro.pdf

 

 

Ph credit: anaoassomed