Grazie dei fiori, le pizze, le brioche, gli striscioni, le dediche.
Grazie dei fiori, le pizze, le brioche, gli striscioni, le dediche. L’emozione contagia gli infermieri
Non solo pizze per gli infermieri impegnati nella lotta contro coronavirus, in questi giorni fioccano le manifestazioni di affetto e solidarietà in ogni parte d’Italia.
Probabilmente a dare il via il 24 febbraio è stato il Pizzaiolo campano residente a Milano Nanni Arbellini, nella sua pagina Facebook, ha scritto “….tanti infermieri non stanno neanche mangiando. Prepareremo le pizze da portare agli ospedali coinvolti – taggatemi qui sotto tutti quelli che conoscete che lavorano negli ospedali coinvolti, in modo da poter lasciare loro le pizze. Chiedo aiuto per la distribuzione. Dobbiamo essere forti come questo sole che splende oggi. Non cerco complimenti, solo volontari per portare le pizze, individuazione degli ospedali coinvolti e persone dell’ospedale a cui consegnare le pizze”.
Da quel giorno negli ospedali di Milano, Arezzo, Piacenza, Torino, Parma, le pizze ai pronto soccorsi e nei reparti sono arrivate quasi ogni giorno e le pasticcerie offrono la mattina fragranti brioche e dolci. In brianza un ristorante prepara pranzo e cena per i colleghi infermieri che smontano dal turno, basta telefonare per prenotare e passare a recuperare il pasto, tutto gratis! Perfino 12 Kg di gelato sono arrivati all’ospedale Gugliemino da Saliceto a Piacenza!
Sabina Baggioli infermiera dell’ospedale Mazzoni di Lecco, dopo un una serie interminabile di turni forzati, racconta la sua commozione per un gesto di gratitudine sul suo profilo Facebook: “….. Mi guardo allo specchio e mi vedo stanca ed invecchiata. Ognuno di noi lavora per due o per tre…Pochi riposi, non ci sono ferie o permessi, non ci sono figli o compagni…Per fortuna però, a volte accadono anche momenti inaspettati, doni che rallegrano il cuore e ti fanno andare avanti, nonostante la stanchezza, nonostante la disperazione, nonostante tutto. Il regalo che riempie il cuore, e lo stomaco. Il fattorino che ci consegnava le pizze in ospedale mi ha detto:
“I soldi non servono, mettili pure via, una signora che aspettava le pizze ha sentito che dovevamo consegnare alla Rianimazione e ha voluto pagare lei. Ha detto di ringraziarvi tanto e vi augura buon lavoro” Sabina conclude così il suo post “…Ecco una infermiera di Sala Operatoria, ex Neurorianimazione, passata dall’oggi al domani in Corona-Ria, dopo una giornata di merda, spettinata e che puzza di disinfettante, che si commuove con sette pizze in mano davanti a un ragazzo della pizzeria”.
Poi sono comparsi gli striscioni degli ULTRAS, ora i loro eroi sono fuori dagli stadi, infermieri e medici a giocare la partita contro il COVID19. All’ ospedale S.Orsola di Bologna campeggia: Oggi più che mai fieri di voi, onore a medici e infermieri
Ospedale S. Gerardo Monza: In questo momento di difficoltà i nostri eroi siete voi. Forza S. Gerardo.
Ospedale S.Maria Goretti di Latina: Medici e infermieri, eroi di oggi eroi di ieri.
E quelli della società civile, a Teramo è comparso uno striscione lunghissimo: Grazie alle vere donne e ai veri uomini dei reparti. Non servono buffoni e ciarlatani. In quei camici sudati in quei turni prolungati. La speranza di un mondo migliore. Voi siete il coraggio (Casa del Popolo)
Ospedale di Torino: Solidarietà ai lavoratori della sanità. Il pubblico è la soluzione
Ospedale S.Giovanni Bosco a Napoli i residenti del quartiere Scrivino: Medici e infermieri siete il nostro orgoglio. Grazie.
E l’8 marzo non sono mancate negli ospedali le mimose e le dediche donate di frequente da anonimi cavalieri alle guerriere infermiere che presidiano stanche ma impavide la salute dei pazienti.
Una moltitudine di affetto ha colto impreparati gli infermieri, un caloroso abbraccio li avvolti e sorretti proprio nel momento giusto, quando pensavano di non farcela.
Per noi infermieri è grande il peso della consapevolezza di pressanti responsabilità. In scarsità di mezzi e persone, stremati e sconfortati dalle incessanti richieste e necessità, cercando di fare il possibile talvolta l’impossibile, sempre con il fine di ottenere la cosa più importante, la vita, la salute delle persone. Essere parte di un tutto, questa è l’emozione che ci contagia, la vicinanza delle persone è il nostro combustibile, ciascuno farà la propria parte, #infermierisudinoipuoicontare e viceversa #noisudivoipossiamocontare. GRAZIE!