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Ccnl 2016-2018 un contratto in perdita per gli infermieri. Nursind lancia l’allarme

Si è tenuto oggi il primo tavolo tematico del comparto sanità avente ad oggetto “Classificazione, aree ed incarichi del personale”. In premessa ci è stato presentato quanto consegnato all’apertura dei lavori (in allegato), in particolare:

  1. le aree prestazionali sono un insieme funzionale di lavoratori appartenenti a diversi profili. Le categorie e i ruoli non saranno superati, almeno per il momento. La divisione per aree serve a dare risposta ai nuovi modelli organizzativi e per una migliore gestione delle indennità e per valorizzare al figura dell’OSS. In prospettiva potrebbero superare i ruoli se inseriti in una modifica legislativa.
  2. Gli incarichi verranno suddivisi in 3 macro famiglie: incarichi operativi manageriali (funzioni di coordinamento e Posizioni Organizzative), formativi (tutor e personale che partecipa ai processi formativi), e professionali (professionisti specialisti ed esperti). Di questi incarichi occorre stabilire i requisiti, la durata, il rinnovo, il modello di valutazione e la revoca.

In coerenza con questa struttura vanno rideterminati altri due aspetti:

  1. le risorse dei fondi contrattuali
  2. le relazioni sindacali, in particolare di livello aziendale.

 

Ciò che stupisce di questa proposta datoriale è la condivisione delle sigle sindacali tradizionali (unica eccezione Nursind e Nursing Up che si sono schierati a favore della categoria che rappresentano). Infatti tutte le sigle sindacali, con diversi accenti ma in sostanza in accordo, hanno convenuto sulla necessità di valorizzare l’OSS attraverso la creazione dell’area funzionale socio-sanitaria e la rivisitazione delle indennità e degli incarichi come indicato da parte datoriale (su quest’ultimo punto unica eccezione la Uil che ha sottolineato la necessità di un ruolo certo per i coordinatori).

 

La posizione di Nursind. Abbiamo espresso al tavolo una analisi di contesto: le aree nascono per l’esigenza di valorizzare l’OSS e non certo i professionisti sanitari. A questa categoria (Bs) il governo ha dato 80 euro netti di bonus fiscale (ora garantito dal DDL bilancio 2018 con un innalzamento del reddito da 26 mila a 26.600) ben prima di tutti gli altri che ad oggi non hanno ancora avuto nulla dopo ben 8 anni di blocco degli stipendi. Ricordiamo che la differenza di stipendio fisso tra un infermiere e un metalmeccanico è di 70 euro lordi al mese ma sulla produttività e straordinario il privato gode di minore tassazione che porta il reddito del neoassunto operaio ad essere superiore a quello dell’infermiere laureato.

In questo contesto una ulteriore valorizzazione di questa categoria di lavoratori li potrebbe portare a superare la soglia di agevolazione fiscale “rimettendoci” economicamente, agevolerebbe il governo che si vedrebbe ritornare i soldi stanziati, si consumerebbero risorse dei fondi contrattuali. A chi giova questo gioco in questa circostanza? Pare ovvio che senza integrazione dei fondi contrattuali con nuove risorse, la valorizzazione di una categoria attraverso nuove indennità o ampiamento della platea sulle esistenti, comporterebbe una riduzione della disponibilità economica per gli altri. Abbiamo sottolineato come le regioni stanno rivedendo le schede di dotazione ospedaliera tagliano, ad esempio, le terapie semintensive che continuano ad esistere nella realtà ma formalmente la loro scomparsa negli atti formali comportano la decadenza dell’indennità. Così sta avvenendo per il rischio radiologico che ogni anno viene ridotto. L’organizzazione per aree di intensità di cure si è realizzata in molte strutture come accorpamento di reparti per risparmiare sul personale e il venir meno delle unità operative porta con sé il venir meno delle indennità ad esse attribuite.

Pare ovvio quindi che alcuni si vedranno diminuire lo stipendio a scapito di altri. In quest’ottica è infatti possibile leggere la proposta di unificazione dei fondi dell’accessorio e della produttività.

Sullo stesso piano sta il discorso delle indennità di funzione (coordinamento e cliniche), con una ulteriore differenza. Posto che i fondi non saranno integrati con nuove risorse economiche i nuovi incarichi andranno ad essere finanziati a scapito di quelli esistenti o del fondo delle progressioni economiche. Tali incarichi, secondo l’impianto datoriale, saranno flessibili cioè più precari di prima. In sostanza una forma di sfruttamento fino a quando servi. Nursind è stato l’unico sindacato a chiedere che sia superata la divisone tra D e Ds per le figure di coordinamento e che sia previsto un inquadramento in Ds.

Se l’impianto strategico condiviso dagli altri sindacati è: valorizziamo l’OSS e agli infermieri diamo gli incarichi specialistici, pare ovvio che il contratto per gli infermieri sarà in perdita. L’infermiere specialista non vedrà vita (oltre a riguardare un esiguo numero di persone) perché, lo ripetiamo, è solo uno specchietto per le allodole. Cosa farà questo infermiere? E’ corretto che sia il contratto a definire le competenze di questo professionista? Quanti saranno gli incarichi assegnati? In quanto tempo l’osservatorio presso il MIUR determinerà quali master daranno accesso all’incarico? In sostanza si concede il certo (la divisione in aree prestazionali per la valorizzazione dell’OSS) in cambio dell’incerto (incarico di professionista specialista ed esperto).

Abbiamo espresso la nostra contrarietà all’istituzione delle aree per queste finalità e senza nuove risorse. Abbiamo chiesto certezza nel mantenimento degli incarichi. A parte Nursing Up che ha condiviso la stessa posizione, gli altri hanno di fatto sostenuto l’impianto: più flessibilità (precariato), revisione delle indennità (al ribasso considerato che non ci sono nuove risorse) e fusione dei fondi per recuperare l’aumento del valore degli straordinari e dell’indennità con la produttività. Se poi si pensa di acconsentire anche alle deroghe sull’orario di lavoro allora non solo i lavoratori ne perderanno economicamente ma anche in diritti.

 

In conclusione, mi sento di rivolgere un invito agli infermieri che militano o sono iscritti negli altri sindacati: fate sentire la vostra voce altrimenti il vostro silenzio e la vostra complicità sarà funzionale a questo impianto e a nulla servirà il vostro lamento dopo la stipula del contratto.

 

 

Il documento dell’Aran.pdf

Lo schema della nuova classificazione.pdf